Caregiver familiari: la proposta di Legge Locatelli sotto la lente

Facebook
X
Print

Un disegno di legge parziale e insufficiente? I paletti rigidi e i fondi contesi da milioni di parenti di persone disabili

Le anticipazioni sul DDL Locatelli

Secondo le prime informazioni, il disegno di legge proposto dalla Ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che sarà portato nel primo Consiglio dei Ministri utile dopo l’approvazione della Legge di Bilancio, quindi nel gennaio 2026, prevederebbe un contributo economico massimo di 400 euro al mese solo per una categoria molto ristretta di caregiver:

  • Deve essere il solo caregiver familiare prevalente, con legame di sangue.
  • Deve essere convivente con la persona assistita.
  • Deve prestare almeno 91 ore di cura settimanali (circa 13 ore al giorno, festivi inclusi).
  • Deve avere un ISEE familiare (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) inferiore a 15.000 euro.
  • Deve avere un limite di 3.000 euro lordi annui da attività lavorativa.

Le risorse previste nel disegno di legge di bilancio per il 2026 risultano del tutto inadeguate rispetto alla dimensione del fenomeno. La legge di bilancio ha stanziato 1,15 milioni di euro per il 2026 che sono destinati integralmente all’INPS per l’allestimento della piattaforma digitale che permetterà la registrazione dei cargiver familiari a ottobre 2026. È prevista una spesa di 207 milioni di euro per il 2027 a cui si aggiungono altri 50 milioni annui che verranno tolti dal Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità, per un totale di 257 milioni di euro, di cui 7 milioni destinati all’INPS per la gestione dei caregiver familiari. Si prevede, infine, una spesa di 206,68 milioni di euro per l’anno 2028 a cui si aggiungeranno altri 53 milioni che verranno tolti dal Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità, per un totale di circa 260 milioni di euro di cui 6,68 milioni destinati all’INPS per la gestione dei caregiver familiari.

L’esclusione della maggioranza

In Italia i caregiver familiari sono circa 7 milioni. Essi tengono in piedi il welfare del nostro Paese e, spesso, si sostituiscono allo Stato. Vivono, purtroppo, di notti in bianco, di opportunità di lavoro perse, di una salute anche mentale che si sgretola; non hanno diritto a ferie, giorni di riposo, contributi previdenziali (nemmeno figurativi), nè indennità di malattia.

Ovviamente, con le restrizioni anzidette (solo conviventi, sotto i 15.000 euro di ISEE, solo uno per famiglia) rischia di diventare un contributo economico per pochi. Ammesso che i potenziali caregiver aventi diritto, secondo questi determinati parametri, siano 1 milione, tutti gli altri 6 milioni di caregiver familiari, che non convivono o che dedicano meno di 91 ore settimanali alla cura, avrebbero accesso solo a forme di sostegno non economico.

Questa impostazione è criticata perché considerata eccessivamente selettiva e in contrasto con le reali esigenze quotidiane, poiché esclude la stragrande maggioranza delle persone che, in gran parte donne, sostengono di fatto il sistema di welfare del Paese, spesso sostituendosi allo Stato.

Si sottolinea inoltre la mancanza di tutele lavorative e previdenziali.

I fondi e le tempistiche contestate

Le risorse che verranno stanziate nella Legge di Bilancio per questa iniziativa sono considerate inadeguate rispetto alla dimensione del fenomeno:

  • 2026: 1,15 milioni di euro, ma questo fondo andrà all’INPS per creare una piattaforma digitale di registrazione, e non direttamente ai caregiver.
  • 2027: un tetto massimo di spesa di 207 milioni di euro dalla Legge di Bilancio (di cui 7 milioni all’INPS), per un totale di 257 milioni di euro (aggiungendo 50 milioni dal Fondo per la disabilità).
  • 2028: un tetto massimo di spesa di 206,68 milioni di euro dalla Legge di Bilancio (di cui 6,68 milioni destinati all’INPS), per un totale di 260 milioni di euro (aggiungendo 53 milioni dal Fondo per la disabilità)

Di conseguenza, il contributo economico sarà erogato a decorrere dall’anno 2027. Le critiche evidenziano che se anche solo un milione di caregiver dovesse accedere al contributo nel 2027, l’importo pro capite annuale disponibile sarebbe di circa 250 euro all’anno (circa 20 euro al mese), una cifra definita “simbolica e umiliante”.

Precedenti e proposte alternative

Il DDL Locatelli è visto come l’ennesima misura parziale , che replica il fallimento della cosiddetta “”prestazione universale” (DL n. 29/2024) Quella misura, che nelle intenzioni doveva raggiungere 12.000 persone, ha raggiunto solo circa 2.000 beneficiari a causa di requisiti troppo restrittivi (come ISEE non superiore a 6.000 euro e persone over 80 con gravissima necessità assistenziale).

La Ministra Locatelli ha difeso la proposta come un punto di partenza, sottolineando che il contributo previsto è cumulabile con altre misure (come Legge 104 e FNA – Fondo nazionale per le non autosufficienze) e che le risorse stanziate (257 milioni di euro) sono superiori ai 30 milioni di euro previsti in una proposta di legge alternativa del Partito Democratico. L’opposizione, tuttavia, ribadisce la richiesta di una riforma organica, equa e universale che offra servizi di sollievo, domiciliarità e tutele previdenziali.

Facebook
X
Print

Disclaimer: Le immagini presenti in questo articolo sono utilizzate esclusivamente a scopo decorativo e non hanno alcun collegamento diretto con il contenuto trattato. Ogni riferimento visivo è puramente casuale.