Arriva l’assegno di assistenza per gli over 80 non autosufficienti

Dal 1° gennaio 2025, gli anziani con gravi disabilità e ISEE inferiore a 6.000 euro potranno beneficiare di un bonus mensile di 850 euro. Un sostegno economico sotto forma di voucher, da utilizzare esclusivamente per servizi di assistenza, per migliorare la qualità della vita e sostenere le famiglie.
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Arriva l’assegno di assistenza per gli over 80 non autosufficienti

Una buona notizia per gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie: dal 1° gennaio 2025, è previsto un “assegno di assistenza” mensile pari a 850 euro. Ma chi può beneficiarne e quali sono i requisiti da soddisfare? Scopriamolo insieme.

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Dal prossimo anno, gli over 80 con gravi disabilità e redditi bassi potranno contare su un nuovo sostegno economico. Il bonus, erogato mensilmente, è destinato a chi percepisce l’indennità di accompagnamento e ha un ISEE inferiore a 6.000 euro. Questa misura “sperimentale”, pensata per migliorare la qualità di vita degli anziani non autosufficienti, sarà attiva dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026.

Il nuovo sostegno economico per gli over 80 non autosufficienti, previsto dall’art. 34 del D. Lgs. n. 29 del 2024 “Disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane, in attuazione della delega di cui agli articoli 3, 4 e 5 della legge 23 marzo 2023, n. 33” non arriverà sotto forma di denaro contante. L’importo di 850 euro mensili sarà erogato tramite voucher, da utilizzare esclusivamente per pagare i servizi di assistenza. Un’iniziativa pensata per garantire un aiuto concreto alle famiglie, ma con regole ben precise: l’intero importo dovrà essere speso ogni mese. Chi non lo utilizzerà, rischia di perdere il beneficio.

Requisiti

Per accedere al beneficio, in base all’art. 35 del D. Lgs. n. 29/2024, gli anziani dovranno soddisfare i seguenti requisiti fondamentali:

  • Età: aver compiuto 80 anni.
  • Reddito: presentare un ISEE non superiore a € 6.000.
  • Non autosufficienza: dimostrare un elevato o grave bisogno di assistenza, secondo i criteri specifici definiti da una Commissione medica, tecnica e scientifica istituita dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
  • Titolarità dell’indennità di accompagnamento ovvero possesso dei requisiti per il riconoscimento del suddetto beneficio.

Grazie a questa Commissione, la valutazione del bisogno assistenziale sarà oggettiva e uniforme per tutti i richiedenti, evitando interpretazioni soggettive che potrebbero portare a ritardi o dinieghi ingiustificati.

La prestazione universale è riconosciuta, a domanda. L’INPS si occuperà poi di verificare il possesso di tutti i requisiti previsti.

In cosa consiste il beneficio

La prestazione universale di cui all’articolo 34 è erogabile sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona, previa individuazione dello specifico bisogno assistenziale gravissimo. Essa è esente da imposizione fiscale e non soggetta a pignoramento, ed è composta da:

a) una quota fissa monetaria corrispondente all’indennità di accompagnamento pari a 531,76 euro;

b) una quota integrativa definita «assegno di assistenza», pari ad euro 850 mensili, finalizzata a remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona titolari di rapporto di lavoro conforme ai contratti collettivi nazionali di settore di cui all’art. 51 del D. Lgs. n. 81/2015, o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza e forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale.

La prestazione universale, quando fruita, assorbe l’indennità di accompagnamento, per un totale di circa 1.300,00 euro mensili.

Se l’INPS accerta che la quota integrativa non è stata utilizzata, in tutto o in parte, per la stipula di rapporti di lavoro o per l’acquisto di servizi ivi previsti, procede alla revoca della sola quota integrativa e il beneficiario è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente ricevuto, fermo restando il diritto della persona anziana non autosufficiente a continuare a percepire l’indennità di accompagnamento.

La sperimentazione: possibile rideterminazione, nel tempo, dell’importo mensile dell’assegno di assistenza

L’ assegno di assistenza è riconosciuto nel limite massimo di spesa di 250 milioni di euro per l’anno 2025 e di 250 milioni di euro per l’anno 2026.

L’INPS provvede al monitoraggio della relativa spesa, informando con cadenza periodica il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il Ministero dell’economia e delle finanze.
Qualora dal monitoraggio emerga il verificarsi di scostamenti, anche in via prospettica, del numero di domande rispetto alle risorse finanziarie di cui al primo periodo, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, si provvederà a rideterminare l’importo mensile della quota integrativa.

Le Regioni istituiscono appositi registri regionali di assistente familiare, che contengono i nominativi di coloro che sono in possesso di una qualificazione regionale di assistente familiare rilasciata ai sensi delle linee guida adottate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Ministero dell’istruzione e del merito e il Ministero dell’università e della ricerca.

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Disclaimer: Le immagini presenti in questo articolo sono utilizzate esclusivamente a scopo decorativo e non hanno alcun collegamento diretto con il contenuto trattato. Ogni riferimento visivo è puramente casuale.